Gli spaghetti alla ladra del giovedì

Walter Chiari, "Il giovedì"
Walter Chiari, "Il giovedì"

Il giovedì è un film di Dino Risi del 1963 interpretato da Walter Chiari. Il soggetto è molto semplice: un padre, di nome Dino (Walter Chiari) separato dalla moglie, può vedere il figlio Robertino solo una volta alla settimana, il giovedì appunto. Il giovedì diventa quindi un giorno cruciale per Dino, l’occasione per mostrarsi un degno padre, per recuperare affetto e stima, per stupire e divertire quel bambino che, sotto le grinfie di una rigida istitutrice tedesca, è decisamente più adulto e responsabile del papà. Ovviamente il personaggio interpretato da Walter Chiari appartiene alla galleria dei grandi cialtroni della commedia all’italiana, un po’ vigliacchi, sbruffoni, incoscienti, spendaccioni, scansafatiche, incapaci di assumersi delle responsabilità. E ovviamente questi personaggi li amiamo alla follia, anche perché in genere il destino riserva a loro brutte, amare, a volte tragiche sorprese (Il sorpasso) e quindi, in fondo, siamo sempre disposti a perdonarli. Spesso ci viene il sospetto che nella vita reale molti di questi attori/personaggi fossero realmente una cosa sola: la biografia di molti di loro (eccezion fatta per Alberto Sordi) è lì a dimostrarlo. Comunque sia, quando Dino viene a prendere Robertino, l’istitutrice si raccomanda sul cibo perché il bambino è allergico e lascia al padre un foglietto con le cose che non può mangiare. Ecco il dialogo tra Walter Chiari e il dottore, dopo che il figlio si è sentito male: “Che cosa ha mangiato?”; “Che cosa vuoi che abbia mangiato, ha mangiato normale, l’ho portato a mangiare io… ha mangiato un antipastino, un po’ di prosciutto, un po’ di salame… spaghetti alla ladra…”; “Spaghetti alla ladra?!”; “Sì sì, quelli con quei pezzettini di prosciutto, di lardo fritto e peperoncino rosso sopra. Poi fritto di pesce… ehm… sì un fritto di pesce, poi macedonia, torta gelato, fragole… un po’ di vino, ma mica tanto però, due dita”. Questa scena ci fa ricordare che l’incoscienza di questi personaggi è davvero incontrollabile, oltre misura, più forte di loro stessi. Quale padre metterebbe a repentaglio la salute del proprio figlio di 8 anni per un piatto di spaghetti alla ladra (ma esistono veramente?) e due dita di vino? Oppure un’amicizia, nata da poco, per una corsa spericolata in auto (Il sorpasso)? I cattivi della commedia all’italiana non hanno il know-how (come diceva una famosa mamma) per fare del bene, vorrebbero ma finiscono sempre col distruggere ciò che toccano, anche quando hanno pienamente ragione come il Sordi nel finale di Una vita difficile: a volte si impegnano, ma niente da fare, tutto sembra essere contro di loro. I figli e gli amici sono più disposti a perdonarli (meno le mogli, soprattutto se si tratta di mogli come la Franca Valeri ne Il vedovo). Nonostante le sciocchezze che combina, Dino/Walter Chiari riesce a conquistare il figlio (il fischio che si scambiano, nel tristissimo finale, ne è la prova) e sono sicuro che anche Roberto/Trintignant avrebbe chiuso un occhio sulla responsabilità di Bruno/Gassman per la sua morte. “Non bevi, non fumi, non sai nemmeno guidare la macchina…ma ti godi la vita tu?”.

 

 

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