Le arance di Nannarella (Campo de' fiori)

Anna Magnani in "Campo de' fiori"
Anna Magnani in "Campo de' fiori"

Nei mesi estivi i palinsesti televisivi si arricchiscono di proposte interessanti per cinefili. Spesso il primo pomeriggio o la domenica mattina non è raro imbattersi in qualche classicone ripescato negli archivi. Un po’ come quando a casa si trova un vecchio soprammobile d’argento che si credeva smarrito, gli si dà una spolverata, una lucidata e lo si rimette in centro tavola, così che gli amici quando vengono a trovarti ti dicono: “Carino! L’hai preso a un mercatino dell’usato?”. Recentemente mi è capitato di rivedere Campo de’ fiori un film di Mario Bonnard del 1943 con Anna Magnani, Aldo Fabrizi e Peppino De Filippo. Prima di Roma città aperta, prima del Neorealismo “ufficiale”, la Magnani e Fabrizi erano già una coppia affiatata nell’avanspettacolo, oltre ad aver interpretato numerosi film con registi come Mario Mattoli, Vittorio De Sica e lo stesso Mario Bonnard. Rivisto adesso, a distanza di 70 anni, fa una certa impressione vedere le bancarelle del mercato e la varia umanità che si avvicenda in una piazza simbolo di Roma. La Magnani interpreta una fruttivendola verace come lo può essere solo la Magnani in stato di grazia, Fabrizi un pescivendolo che si crede un gentiluomo (e lo è in realtà) e tombeur des femmes, Peppino De Filippo un barbiere la cui bottega è un porto mare, in cui tutti vanno, tranne a farsi tagliare i capelli (Michele Sola docet). Ciò che colpisce è che il film è stato girato in ambienti reali (anche se sono molte le scene girate in studio, anzi quasi tutte come dimostra questo articolo), due anni prima che Rossellini girasse Roma città aperta, considerato con PaisàLadri di Biciclette della coppia De Sica/Zavattini e Ossessione di Visconi, il film manifesto del Neorealismo. Non solo, ma Campo de’ fiori ha già in nuce alcuni elementi che poi si svilupperanno nella commedia all’italiana (Monicelli, Risi ecc). Un altro aspetto che colpisce è che pur essendo girato in piena Seconda guerra mondiale, sembra che i protagonisti vivano in un mondo irreale dove la guerra non esiste. Il film esce, infatti, nelle sale il 24 giugno del 1943 (fonte: International Movie Data Base) circa tre mesi prima dell’armistizio dell’8 settembre, circa sei mesi prima dello sbarco degli alleati ad Anzio e circa un mese prima dello sbarco in Sicilia degli alleati. Sappiamo che la censura fascista fu molto più tiepida rispetto a quella nazista, non tanto perché più aperta, quanto perché la produzione di film di vario genere consentiva al regime di dare un’immagine dell’Italia “presentabile” come se i problemi non esistessero (il Gran Consiglio del Fascismo è dietro l’angolo). Gli unici accenni alla guerra sono il razionamento delle risorse (per esempio in una scena si fa riferimento alla borsa nera per l’acquisto dell’olio). Godibilissime sono le schermaglie amorose tra Fabrizi, venditore di pesci e la Magnani fruttarola (“aranci! Aranci bbelli! Questi sì che so ffresci!”). Mentre Fabrizi vende il pesce, in particolare la ciriola, che è una specie di piccola anguilla, e il branzino (“col branzino fatece pasta e broccoli signò!”) la Magnani ironizza sul pesce che non è fresco (“e annate che me fate seccà a frutta con sta puzza!”). Bellissimo il trailer: Attenzione!!! Attenzione!!! Presentiamo Aldo Fabrizi, Anna Magnani (ecc.) nel film “Campo de’ fiori", un film semplice, sincero… umano. Prossimamente su questo schermo.

Alla faccia del dolby surround e dell’home video.

 

Scrivi commento

Commenti: 0