Il tempo delle fragole

Victor Sjöström in "Il posto delle fragole" di Ingmar Bergman
Victor Sjöström in "Il posto delle fragole" di Ingmar Bergman

 

La prima volta che mi sono imbattuto in Ingmar Bergman è stato all’inizio degli anni Ottanta, a Cavallermaggiore, grazie alla presenza di un cineclub (Proteus Club) animato da Dionisio Bauducco, Enrico Ottaviano, Gianni Piovano, Filippo Procida, Flavio Rosso. Venne organizzata, nei locali della sala incontri del comune, una retrospettiva con molti film del maestro svedese: Il settimo Sigillo, Persona, Come in uno specchio, Luci d’inverno, Sussurri e grida, La fontana delle vergini e Il posto delle fragole (il titolo della retrospettiva era Dissolvenze sulla Dissoluzione: non male per un sedicenne appassionato di cinema). Il posto delle fragole non l’ho più veduto da allora quando, recentemente, Francesca Nanna, una foodblogger appassionata di food e cinema me lo ha segnalato nel suo bellissimo blog. Per chi non avesse visto il film, Il posto delle fragole racconta la storia di un vecchio professore (Victor Sjöström, grande regista del cinema muto svedese) che si reca a far visita alla madre in compagnia della nuora e a ritirare un prestigioso premio all’Università di Lund. Durante il viaggio il professore si ferma presso una casa in campagna in cui si trova il posto delle fragole, un luogo in cui il professore da giovane andava in villeggiatura con i fratelli e i cugini. Il vecchio professore, ormai giunto nell’autunno della vita, è turbato da incubi (memorabile quello iniziale) e ricordi melanconici. Il posto delle fragole diventa quindi l’occasione per ricordare la propria giovinezza. Anzi il professore si rivede letteralmente nella casa della villeggiatura come un testimone non visto dal resto della famiglia. Nel primo dei sogni a occhi aperti il professore osserva una sua giovane fiamma che raccoglie un cesto di fragole per farne dono a un vecchio zio, poi rivede la propria madre, i fratelli e i cugini. Nel secondo sogno il posto delle fragole è incolto, con le fragole gettate per terra. Questa volta il sogno è turbato dalla visione della moglie che lo tradisce. Infine l’ultimo sogno a occhi aperti, il più bello, tenero e melanconico, ci mostra nuovamente il posto delle fragole ormai senza frutti perché la stagione è finita. Il professore rivede per l’ultima volta la sua amata cugina, i genitori, la casa della villeggiatura. Si addormenta quindi sereno nel suo letto, riconciliato con la vita.

 

Scrivi commento

Commenti: 3
  • #1

    Francesca NANNA (martedì, 25 giugno 2013 21:41)

    Grazie, di cuore; leggo solo ora l'articolo. Sono felice. Francesca.

  • #2

    domenico racca (mercoledì, 26 giugno 2013 15:52)

    Anche io avevo partecipato a questo Cineforum.Erano bei tempi quando la Cultura significava ragionare.

  • #3

    Dionisio Bauducco (venerdì, 11 settembre 2020 05:50)

    È vero. Il tempo e il denaro erano pochi, ma la passione tanta. Per DISSOLVENZE SULLA DISSOLUZIONE andavo di persona, tra un corso e l'altro - era il periodo dell'Università - a ritirare le "pizze" a Torino per portarle a Cavallermaggiore. Ero animato dall'entusiasmo.